Ed ecco che a 13 anni arriva la prima importante scelta per il ragazzo…….che scuola devo fare??
Le domande che spesso si pongono sono:
– “Cosa voglio fare da grande?”
– “A me non piace studiare, quella scuola è troppo difficile per me?”
– “Mi iscriverò a quella scuola perché i miei amici andranno lì?”
– Quanto dovrò studiare?
E’ normale e sano avere dubbi e incertezze, perché si iniziano a porre le basi per il proprio progetto di vita, si cerca di capire quali sono le proprie attitudini, interessi e motivazioni. Ci si domanda cosa sono capace di fare? Voglio andare all’Università? Queste domande avvengono in un periodo della vita in cui l’identità personale è in formazione, tutto viene messo in discussione: la famiglia, gli amici e la scuola stessa.
Anche i genitori possono trovarsi in difficoltà, può capitare che non sappiano cosa fare per sostenere il figlio in questo importante momento di scelta e pensino:
– “Io avrei tanto voluto scegliere quel percorso, ma non ho potuto, è giusto indirizzarlo li?
– “Quel percorso è meglio dell’altro perché gli dà più opportunità lavorative.”
– “Mio figlio è libero di fare la scelta che crede più giusta”.
– “Cosa vuole mio figlio? Perché cerca sempre di contraddirmi?”
– “ Mio figlio vuole intraprendere questo percorso ma a me non sembra alla sua portata, è troppo difficile per lui”.
– “Sta decidendo perché vuole seguire gli amici”
– “ Perché è cosi confuso?”
Ogni genitore vorrebbe che il figlio scegliesse la strada giusta e che lo rende soddisfatto e sereno. Spesso i genitori vogliono mettere i propri figli in condizione di avere ciò che è mancato loro, oppure desiderano che essi seguano le proprie orme.
Per orientarsi nella scelta scolastica è necessario eliminare alcuni preconcetti che si hanno, ad esempio: “Mio figlio va male in matematica, quindi non deve scegliere una scuola scientifica”; “Mio figlio non ama studiare quindi deve scegliere un Istituto Professionale”; “Mio figlio è bravo in tutte le materie quindi può scegliere qualsiasi cosa”; “Questa scuola è più facile, questa scuola è più difficile”, “Mio figlio ha voti alti può andare al Liceo e poi Università”; “ Si dice che gli Istituti Tecnici non sono molto difficili”…ecc……
La cosa importante è ascoltare vostro figlio con un atteggiamento aperto, propositivo e incoraggiante; limitando le vostre preoccupazioni, le vostre aspirazioni e creare uno spazio in cui il ragazzo possa esprimere liberamente i propri progetti. Aiutare vostro figlio nell’ individuare una passione, anche se a volte può sembrare assurda, va comunque ascoltato e capire insieme se potrebbe diventare un lavoro. Scegliere il tipo di percorso che può risultare interessante, o meno faticoso da affrontare, ricordando che non esistono scuole facili o difficili. Bisogna cercare di sostenere il ragazzo più che la scelta: se vostro figlio ha le idee chiare, ma voi non le condividete cercate comunque di appoggiarlo, deve sentire che non perde sostegno e affetto. Non lasciate troppa libertà a vostro figlio dicendogli “fai quello che vuoi”, ma deve avvertire che c’è interesse per il suo futuro da parte vostra.
Il ragazzo deve pensare alle materie scolastiche che più lo interessano e lo stimolino ad apprendere, pensare a tutto ciò che lo gratifica, riflettere sul perché alcune materie gli piacciono di più e altre meno.
Nella scelta della scuola o università non si siete soli ma si può chiedere aiuto ad un professionista che si occupa di orientamento.
Il lavoro che lo psicologo va a svolgere è andare a scoprire i punti di forza, di debolezza, interessi, attitudini, motivazioni, conoscenze mediante test specifici, colloqui psicologici e insieme al ragazzo porre le basi per costruire un progetto di vita.
Ragazzi pensate anche che la scelta non è irreversibile: una volta iniziata una scuola si può comunque cambiare percorso, se c’è un disagio significativo a causa delle materie, degli insegnanti, o dei compagni , è importante non accumulare una eccessiva frustrazione che può portare a fallimenti, sentimenti di inadeguatezza o malesseri fisici, molto pericolosi per l’autostima.